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lunedì 24 novembre 2014

Quando il cordoglio non basta...

Salve a tutti. Scrivo questo post con tanto amaro nel cuore e tanta tristezza. Avrei potuto cominciare dicendo: "I corsi stanno per terminare, tutti pronti per le feste natalizie e per gli esami?" e invece no. E invece no. E invece no. Me lo ripeterò all'infinito.

Non è un post per attirare l'attenzione o per avere qualche visualizzazione in più, non me ne farei nulla, né ci guadagnerei qualcosa. Questo forse lo fanno quei siti che perennemente pubblicano false notizie pur di farsi notare ed avere qualche visualizzazione in più, qualche like in più, e via dicendo. Io non lascio spazio alle pubblicità qui, quindi neanche volendo ci guadagnerei mezza lira. E sottolineo il "neanche volendo".

Non mi soffermerò più di tanto su quanto è accaduto; spero solo che il cordoglio che sento e che sentiamo in tanti sia di minimo sostegno a dei genitori che hanno perso una figlia bellissima, appena 23enne, desiderosa solo, questa mattina, di vivere la sua quotidiana routine universitaria, e invece non ha potuto. No, invece non ha potuto. No, invece non ha potuto. (Ecco che ritorna quel maledetto "invece no"...)

Riposto un paio di link che mi hanno colpita e che mi hanno lasciata tanto perplessa sul "perché", sul motivo per cui una ragazza debba perdere la vita per un autista cieco e sordo. Sì, perché solo così poteva essere lui. Lui. Lui. Magari uno di quegli autisti che noi studenti conosciamo bene: annoiati dal proprio lavoro, che alla prima occasione ti bestemmiano contro e non solo: anche povere Madonnine e Santi vengono bestemmiati; che alla prima banalissima informazione che gli viene chiesta fanno uno sguardo ammattito del tipo "Ma come, non lo sai già da te?? Ma perché questo è venuto a scocciare proprio a me?"; uno di quelli che ti guardano quasi male se sul pullman ci sei solo tu a viaggiare o comunque pochi, del tipo che "non ne vale la pena! Mi scoccio, per 'sti 4 cani!"; uno di quelli che prima di partire "Mi ci vuole un caffè!" senza pensare che davvero ci sono persone che hanno voglia di fare qualcosa, andare a studiare, far fruttare il loro tempo, a differenza loro; uno di quelli che, poverini, STRESSATI, non possono stare appresso a noi; uno di quelli che VENGONO PAGATI per fare IL LORO MESTIERE, e manco quello fanno bene! Per fortuna non sono tutti così, ma diciamoci la verità: chi non ne ha mai conosciuto uno così? Almeno uno? Beh, altre opinioni non le ho sentite, nè intendo farmi convincere del fatto che la colpa sia stata della ragazza. Perché quando lei chiama aiuto, tu non guardi nello specchietto bene per vedere un ESSERE UMANO ATTACCATO/INCASTRATO ANCORA AL TUO PULLMAN e non senti un altro autista che ti urla di fermarti, allora VUOI essere cieco e sordo. Non è più un incidente. E' nullafacenza. E' accidia, che, in aggiunta, porta danno ad altri. Ecco uno dei link: http://www.zerottonove.it/il-cordoglio-di-unisa-per-francesca-bilotti/

Ma è inutile rimurginare sul "chi sia il colpevole". Basta. Ora si può solo ripensare a lei con un sorriso. Mi si potrebbe rispondere: una morte come un'altra: perché ti scaldi tanto? Ecco cosa dico io, invece (rieccolo, il maledetto): una morte INUTILE. Bastava un po' di attenzione. E questa ragazza avrebbe potuto terminare tranquillamente e serenamente la sua giornata e tornare a casa. Ecco il motivo. Altre persone muoiono per cause più gravi (malattie, guerre, bombe, assassini, violenze, armi, e via dicendo). Lei non doveva vivere nessuna di queste condizioni. Eppure non c'è più. Più rabbia ancora. L'articolo che segue è stupendo! Molto meno polemico e molto più poetico del mio (per sua fortuna è riuscito ad esserlo, io non ce l'avrei mai fatta): http://www.ilvescovado.it/it/sezioni-25/l-editoriale-37/una-corsa-contro-il-tempo-una-corsa-per-il-cielo-30436.aspx

Attraverso il mio profilo di facebook ho riportato poche, semplici parole: "Morire per un pullman (che tu ci sia salita o meno poco conta, lui ci ha pensato a salire sopra di te)... Morire per andare a studiare, imparare... Morire per il tentativo di crearsi un futuro... In questo mondo viviamo. Ma per te il posto in cielo c'è. Tanto cordoglio e amaro nel cuore. R.I.P. Francesca."

Termino con questo link, mi sembra faccia capire abbastanza chiaramente come sia stato un evento che ha lasciato un segno nel cuore, non solo il mio ma anche quello di tante altre persone, che conoscevano Francesca o che non la conoscevano, come nel mio caso; eppure sono rimasta colpita, ma molto negativamente. Eccolo: http://www.unisa.it/news/index/idStructure/1/id/14912

R.I.P. Francesca. Un bacio forte a te che ormai sei lassù.