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mercoledì 13 aprile 2011

12/04/11 Lezione di letteratura italiana

Lezione di letteratura italiana del 12/04/2011

Letteratura italiana nel secondo '800:
-Risentimento e delusione degli ideali patriottici del Risorgimento;
-Nascono due correnti: Scapigliatura e Verismo.

Scapigliatura:
  • E' il primo movimento letterario, figurativo e musicale dell'Italia unita;
  • E' attivo nel Nord Italia tra il 1860 e il 1870 (un fenomeno esclusivamente settentrionale);
  • Si afferma nella Milano post-Romantica e sull'asse Milano-Torino;
  • Il termine "Scapigliatura" viene usato per la prima volta da Cletto Arrighi (pseudonimo di Carlo Righetti), nel romanzo "La Scapigliatura e il 6 febbraio", un testo dedicato al sacrificio di alcuni giovani durante i moti per l'indipendenza di Milano nel 1853;
  • Questo termine indica una condizione intellettuale, più che sociale: una "razza" di artisti liberi dai legami con le tradizioni, ribelli e delusi dagli esiti del movimento unitario; hanno tra i 20 e i 35 anni, sono inquieti, travagliati e turbolenti;
  • Sono contrari al sentimentalismo romantico, e sfoggiano provocazioni tematiche e linguistiche; privilegiano il "brutto" e il "bizzarro", accettano il culto del macabro e del demoniaco;
  • POETI SCAPIGLIATI: Emilio Praga, Giovanni Camerana, Arrigo Boito;
  • SCRITTORI SCAPIGLIATI: Iginio Ugo Tarchetti, Camillo Boito;
  • La generazione degli Scapigliati è destinata ad una vita breve, non solo letteraria: anche gli stessi protagonisti hanno destini tragici (ad es, Tarchetti muore di tisi e Camerana muore suicida);
Verismo:
  • E' un movimento letterario italiano che si ispira al naturalismo francese (soprattutto ad Emile Zola);
  • Teorizza una rigorosa fedeltà alla realtà effettiva, al "vero";
  • Si sviluppa negli anni successivi all'unità, e prosegue fino al primo decennio del '900;
  • Tende a descrivere la vita della gente umile e dei reietti della società, che lottano per la sopravvivenza, contro la fatalità del destino;
  • Questo movimento nasce nell'ambito letterario e culturale milanese, in cui erano forti gli influssi della cultura europea, e poi si diffonde in tutte le regioni italiane (soprattutto in Sicilia, con De Roberto, Capuana e Verga, in Campania, con la Serao e Di Giacomo, in Sardegna, con la Deledda, e in Piemonte, con Giacosa e De Marchi);
  • Capuana (1839-1915): è fondatore e propagandista del Verismo; è il più convinto della diffusione del Naturalismo francese in Italia; suoi seguaci sono Verga e De Roberto;
  • Il "Principio dell'impersonalità" del narratore obbliga l'artista ad eclissarsi: la sua mano deve rimanere invisibile, quindi non interviene nel racconto; si definisce "narratore camaleontico";
  • La fotografia è, di conseguenza, oggetto di rinnovato interesse: si vuole riprodurre fedelmente la realtà in modo impersonale; in Sicilia, Luigi Capuana, Giovanni Verga e Federico De Roberto sono fotografi; Verga scatta ben 448 foto per ritratti familiari (che usava per i personaggi del suo teatro e dei suoi libri), materiali illustrativi (per ambienti vari e realistici) o come fonte per i costumi del suo teatro; si parla di "poetica del fotografare", soprattutto nel manifesto del Verismo, "L'amante di Gramigna", del 1880, in cui si presentano, appunto, il programma del Verismo e questa nuova poetica; la storia raccontata nella novella, infatti, è definita un "documento umano", quindi il racconto viene riferito esattamente come verga lo aveva sentito; l'occhio fotografico è in grado di riprodurre la realtà fenomenica in modo fedele, senza la contaminazione della mano dell'uomo e del suo punto di vista;
  • Il maggiore esponente del Verismo napoletano è Salvatore Di Giacomo (1860-1934) (da ricordare è anche Matilde Serao, impegnata nella denuncia giornalistica). Salvatore Di Giacomo è un autore eclettico: è poeta dialettale, drammaturgo, musicista, novelliere, saggista; è redattore del "Corriere del mattino" e del "Corriere di Napoli"; fonda una rivista d'arte, "Napoli Nobilissima"; è bibliotecario presso varie istituzioni culturali napoletane, come la biblioteca del Conservatorio di San Pietro a Maiella, la biblioteca universitaria e la biblioteca nazionale Vittorio Emanuele III; nelle sue opere numerosi sono i passaggi di genere e la trasposizione dalla novella al teatro.
  • Esempi celebri nella riscrittura in forma di teatro sono sia Di Giacomo che Verga; il primo scrive alcuni drammi traendoli da novelle e poemetti precedenti (ad es, "O' voto" che deriva dalla novella "Il voto", "O' mese mariano" tratto dalla novella "Senza vederlo"); il secondo produce testi che presentano uno stretto rapporto con la sua produzione novellistica (ad es, "Cavalleria Rusticana", "La lupa" e "Caccia al lupo" sono riscritture drammatiche delle novelle omonime).
FINE

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